Ultima modifica: 18 Maggio 2016

Alla scoperta del Barocco acese

Dopo aver svolto in classe un ciclo di lezioni sul Barocco in generale e su quello acese in particolare gli alunni della classe  seconda C, accompagnati dalle insegnanti Caterina Pennisi, Viviana Meli e Virginia Toscano, si sono recati giorno 7 maggio 2016 in visita al centro storico di Acireale.
L’itinerario, a cura della prof.ssa Caterina Pennisi, si è snodato lungo alcune piazze e assi viari fondamentali della nostra città quali piazza S. Domenico, via S.Carlo, via Dafnica, piazza Pasini, via Vittorio Emanuele, via Ruggero Settimo, piazza Duomo e corso Umberto sui quali insistono emergenze architettoniche di grande rilievo, risalenti per lo più alla fine del Seicento e al Settecento in quanto dopo il disastroso terremoto del 1693 anche gli edifici barocchi preesistenti furono in parte ricostruiti.
Ci si è soffermati soprattutto sugli edifici civili e religiosi studiati in classe per riconoscerne dal vivo gli elementi costitutivi ma non si è tralasciato di inserire, durante il percorso, nuovi elementi come la palazzina Liberty di via P.Vasta, il chiosco  Liberty restaurato dal FAI e le statue Liberty site in piazza Lionardo Vigo..
Una sorpresa inaspettata è stata poter visitare il cortile dello splendido palazzo Musmeci ubicato  in piazza S.Domenico che ha ospitato in passato uomini illustri (re Ferdinando IV e re Umberto I di Savoia, per citarne alcuni).
Mentre infatti ammiravamo incantati la facciata del palazzo, una signora ci ha invitati ad entrare: era niente poco di meno che la baronessa  Musmeci in persona. E’ stata davvero squisita: ci ha permesso di addentrarci nel cortile, di fare le foto ed ha persino fatto le foto con noi! E’ stata insomma un’esperienza entusiasmante.
Concludendo si può ritenere l’attività soddisfacente poiché i ragazzi hanno saputo distinguere i tratti salienti del Barocco da ciò che Barocco non è.
Educare al bello i giovani, far conoscere loro la storia della nostra città e del nostro territorio è di fondamentale importanza. Solo l’attaccamento, l’affetto verso ciò che di bello offre il nostro territorio ci indurrà a preservarlo per le generazioni future.
La referente alla cultura
Prof.ssa Caterina Pennisi